Il virus non veste Prada

In uno degli avventurosi spostamenti tra cucina e camera da letto sarà capitato a molti di voi di incrociare il suo sguardo. Silenzioso e malinconico non perde la speranza di ottenere un pò della vostra attenzione che puntualmente ogni mattina gli viene nuovamente negata.
Custodisce tutti quei filtri che, fino a poche settimane fa, usavate per distinguervi, mischiarvi o semplicemente per ripararvi. Conserva ricordi, diete rimandate ed occasioni possibili o improbabili.   
L'armadio.. quello sconosciuto. 

Adesso siamo un pò tutti come calciatori all'aeroporto: un pò tamarri, un pò comodi e un pò mix and match. Senza borsello e senza occhiali da sole firmati ma con la coperta come mantello e gli auricolari alle orecchie, perché tra Zoom, House Party e Skype siamo in call conference più del ministro degli esteri.
Tutti un pò gattari, anticonformisti e radical chic (più radical che chic): t-shirt del '95 col logo dell'elettrauto, felpe di taglie sbagliate vinte a pesche di beneficenza, pile da maestri di sci nel loro giorno libero e calzini di colori improbabili fatti all'uncinetto da quella zia hippy che a Natale fa sempre i regali home made.
Piedi nudi, ciabatte, pantofole o crocs (si purtroppo lo so che qualcuno ha avuto il coraggio di comprarle). Niente stacchi di cosce su tacchi 15, nessuna calza a rete e nessuna sneaker limited edition. 
Siamo tutti nudi e crudi e anche la sedia rimpiange un pò la compagnia di vestiti ammucchiati dopo giornate intense. L'outifit da supermercato è il brio settimanale e decidere cosa si abbina meglio con la mascherina e i guanti di lattice è lavoro da vero stylist.

In tanti però l'armadio lo abbiamo affrontato, ma solo per ripulirlo di tutto quel ciarpame accumulato in anni di shopping compulsivo.
Lì dentro abbiamo trovato dei mondi e delle vite passate di cui non ricordavamo nemmeno l'esistenza e forse è meglio così. Ci siamo rivisti un pò prostitute mancate, suore laiche, giocatori dell'NBA, rapper, figli dei fiori, metallari e campagnoli per funghi. 
Ci siamo scontrati anche con la selezione dei "capi del se": me lo metterò se.... ci sono 12 gradi (non 11 e non 13), se dovessi essere invitata alla caccia alla volpe nello Yorkshire, se avessi perso o preso quei 10 chili che sono in programma, se il terreno fosse di ghiaia ma non troppo fine e no troppo grossolana, col sole ma non troppo abbagliante, con la pioggia ma non troppo bagnata, con una carnagione che non è proprio bianca ma nemmeno abbronzata.... insomma mai!
Pile di sacchi da dare in beneficienza, da buttare o da regalare sono in attesa di ricevere una nuova vita, quando finalmente potremo varcare la soglia di casa.

Ma prima o poi tornerà la gioia e l'ebrezza di aprire l'armadio e sarà lì che, dopo aver impastato, infornato e sbocciato per settimane, ci accorgeremo che non ci starà più nulla..




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