Nel fiore dei miei drammi

Mi piace immaginarli di nuovo insieme lei ed Emilio, il grande amore della sua vita, mentre scalano per mano una montagna come erano soliti fare insieme più di 20 anni fa. Si, lo ha fatto aspettare 20 anni prima di raggiungerlo e anche su questo posso dire che non si è smentita. Tipico suo arrivare per ultima teatralmente. 
Perché lei era teatrale, quasi melodrammatica a volte nelle sue esternazioni e nei suoi bellissimi modi ottocenteschi. Lo aveva fatto aspettare parecchio quando la corteggiava. Era rimasto così tanto colpito da lei che si piazzava sotto casa sua tutti i giorni per corteggiarla aspettando, senza arrendersi mai, il giorno che lei decidesse di uscire degnandolo della sua attenzione. Innamoratasi di quella tenacia quel giorno arrivò e da li non si sono mai più separati.

Avrebbe fatto 96 anni a Novembre la mia nonnina ma se ne è andata questa mattina, si è spenta serena come si spengono le cose quando sono state usate tanto e bene, come si spengono di usura le lampadine che hanno illuminato le stanza per tanti anni. Perché lei le stanze le illuminava. 
Mi ha lasciato il suo bellissimo nome, tanti bei ricordi e un copriletto ricamato che sa di gerani, come quelli che con amore metteva sul balcone della nostra casa di montagna.
La montagna e i suoi sentieri erano il suo habitat naturale anche se io la avrei vista bene anche in una reggia prestigiosa poiché era un grande amante del bello, del gusto e della cultura.

La mia nonna parlava, parlava, parlava a ruota libera ricostruendo alberi genealogici, discendenze ed evocando ricordi di case, parenti ed epoche passate vivendo di rimpianti e facendosi cullare nelle sue dolci malinconie. Sapeva un infinità di cose, era molto intelligente e come tutti gli scorpione che si rispettino in quelle parole spesso non fingeva di nascondere una lingua arguta e tagliente come il coppa pasta con cui faceva i ravioli a Natale che erano sempre divini ma di cui non era mai abbastanza soddisfatta.

Perché era tenace e ambiziosa la mia nonna, raro per una donna della sua epoca. Era rimasta orfana di mamma da bambina ma non si era mai arresa e vivendo coi nonni si faceva bastare il loro amore e le cartoline che il papà navigante lontano le mandava dai suoi viaggi, conservandole tutte in un posto speciale. Era sempre immensamente orgogliosa di me, nonostante ancora non le fosse ben chiaro che lavoro facessi esattamente, e me lo diceva in tutti i bigliettini che mi scriveva con quella meravigliosa calligrafia antica che potrei riconoscere tra mille. 

Buon viaggio nonnina, voglio ricordarti con quel bel vestito bordeaux che ti mettevi per andare a teatro e i tuoi bellissimi capelli argento e ricordare per sempre la tua voce teatrale con cui esclamavi di gioia ogni volta che venivo a trovarti. 
Per sempre la tua Ninni.








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