Marmellata di perle

Ho sempre immaginato la vita e il suo trascorrere come una grande e infinita moltitudine di singoli fotogrammi che si incastrano e si susseguono in una magica danza. Li vedo rotolare come su dei binari invisibili: alcuni non si scontrano per un soffio mentre altri si toccano frettolosi, alcuni procedono in parallelo senza incontrarsi mai e altri continuano a tagliarsi la strada a vicenda, alcuni volano alti e veloci mentre altri procedono lenti e laboriosi sotto la superficie.
Li vedo rotolare e brillare come delle perle perché i singoli fotogrammi non sono altro che questo: delle perle preziose di un’umanità in movimento. Perle che percorrono traiettorie programmate o inaspettate, cittadine o campagnole, malinconiche o gioiose, casalinghe o vagabonde.

Ecco, io quelle perle vorrei metterle in un barattolo per poter avere il tempo di osservarle bene tutte quante, in un mondo che corre così veloce da non darci la possibilità di assaporare ogni fotogramma. Sono sicura che in quel barattolo ci sarebbero perle che odorano di soffritto, ma nel momento in cui viene lasciato un attimo in più sul fuoco per accogliere un abbraccio arrivato all’improvviso; ci sarebbero le lacrime per un ginocchio sbucciato ma le ultime, quelle appena prima di rialzarsi per riprovare di nuovo a saltare in sella. 
Quella marmellata saprebbe di baci, ma di quei due attimi subito prima e subito dopo, quando ancora non si sa che ne sarà e quando tutto diventa più chiaro; saprebbe di salsedine, ma di quella piccola goccia che rimane nei capelli insolente e torna a farsi sentire la sera con una folata di vento.
Avrebbe la consistenza della passata di pomodoro, ma nell’esatto momento in cui nonna e nipote si guardano con occhio complice dopo aver portato a termine il rito tradizionale di preparazione; avrebbe la morbidezza di una sciarpa, ma nel momento in cui si sbaglia un punto perché la luce ormai è poca ma la voglia di finirla per la figlia in partenza è tanta.

Sarebbe un barattolo preziosissimo a cui metterei un etichetta speciale e che conserverei nascosto dietro ai biscotti in uno scaffale in alto. Vorrei poter salire sulla sedia per prenderlo dopo una brutta giornata e mettere il naso dentro tutti quei fotogrammi speciali di umanità. Fotogrammi di quei momenti nascosti che rendono gli uomini quelli che sono, ben distanti dalle azioni evidenti e quotidiane visibili a tutti. 
Il regalo che mi farebbe quel barattolo sarebbe quello che ai più sfugge: quello che va oltre la superficialità di uno sguardo e la fretta di un’azione ma quello che sta dietro le palpebre nell’infinitesimo di secondo in cui le sbattiamo, quello che viene dimenticato dentro alle tasche dei cappotti e quello che diciamo appena abbassiamo la cornetta.

Una marmellata di vita vera con tutti gli zuccheri necessari per sorridere fino all’infinito, per ricordare e per farsi commuovere da quello che di reale succede nelle nostre case e nei nostri animi: quella vita che tendiamo sempre più a nascondere per mostrarci perfetti ma che io vorrei conservare in un barattolo speciale e farci colazione ogni mattina.




Commenti

  1. LeggerTi è sempre un piacere, Sei veramente geniale in questa Tua foto!!!! Questo è, ANCHE, saper SCRIVERE BENE. Complimenti!!!!! Se pemetti un caro abbraccio. Annamaria Patti

    RispondiElimina

Posta un commento

Commenta