Esco a fare due passi

Solo quando sono uscita di casa diretta all'aeroporto con uno zaino sulle spalle ho realizzato veramente quello che stava succedendo. Ho viaggiato moltissime volte da sola, mi piace quella sensazione di libertà mista a smarrimento che ti riconnette con te stesso ma questa volta sentivo che era una cosa ancora diversa.

Partire per il cammino di Santiago non è paragonabile a nessun'altra partenza. Hai l'eccitazione di un obbiettivo da raggiungere con le tue sole forze e nel mezzo siede un mondo di emozioni, luoghi e persone da accogliere e scoprire.
La minuziosa preparazione dell'attrezzatura e del contenuto di quello zaino, che sarà la tua preziosa casa per tutti quei giorni, rendono la partenza ancora più diversa. A differenza di un normale viaggio, dove alla fine in valigia un pò tutti buttiamo qualcuno di quei "non si sa mai" ed esageriamo in egocentrismo e paranoie, qua devi essere capace di ridurre all'essenziale le tue esigenze e le tue necessità. Avevo letto, in uno dei mille articoli che ho spulciato prima di partire, che il peso dello zaino equivale al peso delle nostre ansie ed insicurezze e concordo che sia proprio così.
Il primo grande lavoro che il cammino ti insegna a fare è quello di tagliare, di ridurre e di scegliere. La prima selezione è tutta un "ma se poi succede che.." "magari capita questo e allora.." "se non lo porto e poi.." ma tutti quei se vanno lasciati a casa perché la schiena non merita di sopportarli e nemmeno la nostra mente, che non vede l'ora di viaggiare finalmente libera.


Il secondo grande lavoro che il cammino ti costringe a fare è quello di ascoltare e prenderti cura del tuo corpo prima, durante e dopo il cammino.
I piedi saranno il tuo unico mezzo di trasporto e li dovrai amare come non sapevi di poter fare e come forse non avevi mai fatto prima. Io li ho accuditi viziandoli con cure, nutrendoli di balsami e creme, testando prima di partire scarpe e calze diverse per poi far scegliere a loro quelle che sembravano le migliori sperando che poi lo sarebbero state (spoiler: lo sono state!). 
In quegli ostelli ho visto piedi che voi umani non potete nemmeno immaginare. Piedi devastati da vesciche, calli e unghie nere, piedi gonfi come canotti avvolti in calze inadatte e stipati in scarpe troppo piccole o troppo pesanti o semplicemente troppo sbagliate per quei piedi. Dai ai piedi quello di cui hanno bisogno e loro ti ringrazieranno semplicemente non facendosi troppo sentire. 
Imparerai che questo vale anche per dopo e per sempre.
Nonostante lo zaino sia stato ridotto all'osso con il primo lavoro la schiena un pò patirà lo stesso e va ascoltata e coccolata anche lei. Ti rendi conto di come puoi stare seduto per ore ingobbito davanti al computer senza preoccuparti troppo ma li ti troverai a caricare lo zaino come uno scienziato, cercando il migliore bilanciamento di pesi possibile e regolando perfettamente le cinghie per la tua altezza, postura e posizione del bacino.
Imparare ad ascoltare la fame, la sete e in generale i bisogni primari sarà ordine del giorno e solo in quei momenti di vera necessità ti renderai conto di quanto li diamo per scontati e dell'abuso che ne facciamo quando possiamo soddisfarli semplicemente alzandoci dal divano e aprendo un frigorifero. 
Ogni pipì e ogni panino saranno gioia, conquista e vera necessità.


Il terzo grande lavoro che il cammino ti prepara a fare è quello di amarti e di credere nelle proprie forze. La tenacia e fare il tifo per te stesso sono le armi che ti faranno superare i momenti faticosi e le giornate più difficili. All'ottava ora di cammino sotto il diluvio ripetersi come un mantra che ce la farai, che sei lì per imparare e per tornare migliore ti faranno camminare quegli ultimi 10km finali che ti sembravano impossibili. Quel tifo ti farà alzare alle 5 del mattino perché camminare all'alba da soli in mezzo ad un bosco è un premio troppo prezioso per qualche ora di sonno in più.


Il quarto grande lavoro che ti educa a fare il cammino è la tolleranza. Una delle contraddizioni più grandi che il cammino mi ha insegnato è che ti senti sempre completamente solo, abbandonato a te stesso e a rincorrere i tuoi pensieri e i tuoi tempi ma nello stesso tempo sei in continua condivisone inevitabile con altre anime solitarie come te.
Parti da solo, cammini da solo, prendi decisioni da solo ma ti troverai a dormire in una stanza con altre 30 persone, ti laverai nello stesso lavandino con altri corpi stanchi e ti siederai ad una tavola condividendo piatti di tutto il mondo parlando ogni giorno una lingua diversa. 
Solo ma insieme. Solo ma rispettando lo spazio altrui. Solo ma tollerando gli odori e i rumori altrui. Solo ma godendo delle storie altrui. Solo ma supportato dagli stessi dubbi altrui. Solo ma accettando le diversità altrui. Solo ma mai veramente solo.


Il quinto grande lavoro a cui ti istruisce il cammino è la bellezza della varietà. Ogni giorno sarà come vivere 10 giorni tutti in uno. Ti sveglierai all'alba in un letto a castello, vedrai sorgere il sole in un paesaggio bucolico, camminerai lungo una strada cittadina, farai colazione con delle persone orientali e pranzerai seduta di fronte a una donna canadese. Troverai il sole cocente che ti scotterà le spalle e la pioggia torrenziale che ti inzupperà fino alle ossa. Dormirai in alcuni letti comodi e profumati e ti dovrai lavare in altri bagni sporchi e disagevoli. Incontrerai animali e fiori di tutti i tipi, chiese e case di ogni forma e colore, persone che arrivano da tutto il mondo ognuna con una storia diversa e un motivo diverso per il quale hanno intrapreso il loro cammino.
Quello che mai dovrai dimenticare è che ogni pellegrino porta nel suo zaino le sue paure, le sue emozioni e le sue abitudini e che, anche se saranno diverse dalle tue, sarà importante ascoltarle e comprenderle.


Il sesto grande lavoro che ti insegna a fare il cammino è la gratitudine.
Ammetto che ci siano stati dei momenti in cui mi sono chiesta come mai anziché spendere le mie vacanze come fanno tutti al mare in un bel posto bevendo spritz e mangiando cibo gustoso stessi camminando da ore lungo un sentiero con addosso i miei due vestiti in croce da lavare a mano ogni sera in delle bacinelle, mangiando cipolla ad ogni pasto, dovendo spesso fare i miei bisogni accucciata in mezzo ai rovi e prendendomi tutta l'acqua che la Galizia intera ha deciso di riversare su di me in quei giorni.
Poi il cielo si schiarisce, trovi un posto carino dove fermarti che ha sul menu qualche piatto delizioso, chiacchieri con la gentile proprietaria che ti accoglie con un sorriso riconoscente, trovi un gattino che si fa accarezzare, bevi un buon caffè e fai la pipí in un bagno pulito e attrezzato e ti torna in mente perché sei li: perché non c'e altro posto in cui dovresti essere in quel momento e perché essere li ti fa sentire forte e grata come nessun'altra vacanza "comoda" ti ha mai fatto sentire prima.


L'ultimo e settimo lavoro che ti fa compiere il cammino è capire che, una volta che hai camminato cosi tanto in ogni condizione per arrivare alla meta senza però mai perdere di vista la gioia del percorso, resti e resterai un pellegrino per sempre.
Quella consapevolezza che puoi bastare a te stesso e che il tuo istinto di sopravvivenza è in grado di proteggerti e insegnarti la vita quando ne hai più bisogno te la porterai dietro per sempre. I tuoi piedi saranno per sempre i tuoi magici strumenti e la tua mente sarà sempre capace di pensarti forte e di fare il tifo per te. 
Imparerai a guardare gli altri come si guardano gli altri pellegrini: come persone che hanno delle paure sulle spalle, dei km nelle gambe, tante storie scritte in un taccuino e nel cuore, tanta pioggia nelle ossa, tanto sole sulla fronte e una meta da raggiungere, magari diversa dalla tua ma da raggiungere con la stessa emozione mista a timore che hai tu per raggiungere la tua.

Il cammino regala ed insegna cose preziose e inaspettate.
Il cammino non è una vacanza ma è il viaggio migliore che puoi fare con te stesso per scoprire che magari camminare 30km al giorno con uno zaino sulle spalle non è così da folli come sembra.

Ultreia!


P.S.
Avevo dimenticato un importantissimo punto e giustamente il diretto interessato si è molto offeso. Lo aggiungo a posteriori sperando di farmi perdonare perché la verità è che non ho fatto questo cammino completamente da sola. Ho camminato sempre con Irvi, il mio cagnolino di peluche che mi segue ovunque io vada da parecchi anni ormai. Lo puoi vedere sorridente nella foto qua sotto e se sei curioso di conoscerlo meglio lo puoi spiare in altre mille pose nelle storie in evidenza sul cammino sul mio profilo IG @dal_pensierivendolo.

L'ultimissimo quindi credo lavoro che mi ha insegnato il cammino è che non importa quanto anni hai e quanto la tua vita sia piena di responsabilità e padronanza se la notte e in altri momenti difficili hai bisogno di abbracciare un piccolo peluche per sentirti al sicuro lo puoi fare senza sentirti sciocco o infantile. Portare in giro il tuo peluche per il mondo è un pò come tenere in vita sempre il tuo bambino interiore, emozionandoti di fronte alle piccole cose e restando sempre puro e gentile verso quel che di bello o di brutto il mondo ti può mettere davanti e poi quando hai paura basta una strizzatina e passa tutto.
Grazie Irvi, sei sempre un compagno di viaggio prezioso.








Commenti

  1. 👏👏👏👏👏👏👏👏👏

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  2. Brava, hai espresso perfettamente il tuo stato d'animo e la tua forte e intensa esperienza!!

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  3. Credo nn ci sia nulla da aggiungere !!!

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    1. Grazie! Spero proprio di non aver tralasciato nulla. Alla peggio aggiungo durante il prossimo ;)

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  4. Irvi saluta la tua padrona, ha commentato tutto ciò che il cammino ci ha dato, sono tornato il 27 maggio, e ho già programmato il prossimo per aprile maggio 2024.
    Il cammino è religioso, sportivo, Ateo, e solitario, è tutto ciò che una persona ha desiderato.
    A te e a Irvi un buen camino per la vita!

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    1. Io e Irvi ti auguriamo un incredibile cammino di vita qualunque e dovunque esso sia ❤️

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  5. bellissimo scritto. Soprattutto vero. Buon Cammino .....

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  6. Bravissima lo facendo anche io oggi 7° tappa ...

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  7. Grazie della tua testimonianza, ti auguro ogni bene e che il cammino ti possa portare sempre più in alto. Un abbraccio.

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    1. Grazie di cuore ❤️ Ricambio l'augurio e l'abbraccio

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  8. Hai saputo scrivere bene e chiaramente il "sentire" di un Pellegrino. Grazie di cuore
    Nonna Tizy Pellegrina

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  9. Complimenti!!! Anch'io l'ho fatto il Cammino, e ho pure un blog "la ragazza dei muretti a secco" ma credo non sia possibile visualizzare. Tu sei esperta vedo, hai un bel blog, puoi aiutarmi?

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    1. Complimenti! Per cammino e blog :) È più facile di quanto sembri, blogger è molto semplice da usare, i contenuti poi sei tu a crearli :)

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  10. Hai detto la cosa giusta. Si resta pellegrini per sempre, nel cuore e nell'anima. È per questo che dopo 2 cammini sento il bisogno di tornare, come se avessi lasciato lì un pezzetto di me stessa, e sto programmando per il 2024! Già pensarlo e programmare mi emoziona!!!

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    1. È proprio così, si resta pellegrini per sempre ❤️ In bocca al lupo per il prossimo :)

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  11. Bravissima ai. Scritto bene cose il cammino, buona vita

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