Perdersi per la strada giusta

Sono una di quelle persone che, quando lascia il tavolo del ristorante per andare in bagno, al momento di tornare indietro avrà sempre un momento di smarrimento e con ogni probabilità non sarà in grado di ritrovare il proprio posto senza essere prima finita (in ordine sparso) in cucina, nell’unica altra sala del locale, nel cortile sul retro, nel guardaroba o di nuovo in bagno (si ho fatto anche quello). 
Non importa quanto sia grande il locale, io riuscirei a perdermi anche a casa tua.

In vacanza succede sempre che imparo la posizione della casa o, sfida ancora più grande, della tenda nel camping, solo (e nemmeno sempre) l'ultimo giorno prima della partenza.
In hotel ti potrebbe capitare di trovarmi a litigare con la serratura di una porta perché probabilmente la stanza in cui sto cercando di entrare non è la mia. 
Nel parcheggio di in un centro commerciale mi vedresti vagare brandendo le chiavi al cielo come un cavaliere della tavola rotonda, nella speranza che l'automobile collabori accendendosi il prima possibile e nelle vicinanze.

Quando distribuivano il senso dell’orientamento io ero probabilmente nella coda sbagliata cercando di ricordare le indicazioni che un giorno qualcuno mi aveva dato e che lì per lì mi sembravano così chiare. Perché è proprio così che mi succede: appena ricevute la strada sembra chiara, lampante e semplicissima poi, non si sa bene come e quando, il vuoto incombe. Non so più se era destra o sinistra, se prima del terzo semaforo o del quarto.. o forse era il secondo? Ma la destra poi era la mia o la sua? Dove gli avevo detto che volevo andare più?
Per non parlare di quando le indicazioni le chiedono a me: poveri voi, spero che un giorno riuscirete a tornare dai vostri cari.


Gli anni che ho vissuto a Londra li ho letteralmente passati a perdermi. Vagavo alla scoperta della città e di tutte le sue meraviglie senza sapere dove stessi andando, da dove arrivassi e dove volessi giungere. Ma è proprio così che di Londra non me ne sono persa nemmeno un angolino, lo giuro.

Ed è così che continuo imperterrita ad esplorare il mondo. 
Io mi perdo!
Mi perdo tra le stradine di Milano mentre guardo i soffitti attraverso le finestre aperte dei piani alti. Mi perdo seguendo profumi o musiche intriganti. Mi perdo tra le vetrine delle piccole botteghe e sui sagrati delle chiese nascoste. Sono bravissima a ritrovarmi dieci volte nello stesso punto e ad innamorarmi tutte e dieci le volte dello stesso bel balcone fiorito. 
Io mi perdo e mi ritrovo.
Trovo sempre qualcosa o qualcuno per cui tutta la strada che ho fatto in più per tornare a casa ne è valsa la pena. Trovo sempre uno scorcio da fotografare fuori dalla strada battuta o un gattino accoccolato al sole. Trovo sempre qualcosa che è sfuggito ai più: troppo presi a fare la stessa strada tutti i giorni guardando il cellulare. 
Perdersi per me è sempre stato il modo migliore per trovare me stessa e la magia delle cose che solo gli angoli più inattesi ti possono regalare.

Ogni tanto metti via mappe e cellulare e fatti guidare dall’istinto: cambia strada, attraversa un parco nella direzione inversa, percorri la parallela della strada principale, insegui la luce di un lampione tremolante o un’odorino di soffritto che sa di casa. 
Perditi! Magari non ai miei livelli patologici ma fidati che non hai proprio nulla da “perdere”, anzi.


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