4 Salti in Graziella

Nel 1791 il “celerifero” fece il suo debutto in società con non poche perplessità ma moltissimo entusiasmo. Mède de Sivrac aveva capito che i piedi ci possono portare molto più lontano di quanto pensiamo, se sfruttati nel modo corretto. I perfezionamenti meccanici dei decenni successivi e il decisivo cambio di nome, dal latino bis(due) e dal greco cyclus(cerchio), l’hanno resa quella che oggi mi porta ovunque per una Milano trafficata ed agitata.

Non esistono distanze troppo lunghe né strade troppo difficili: se devi arrivare in un posto lei ti ci porterà senza un lamento, sarà il tuo didietro al massimo ad avere qualcosa da ridire.
Le piste ciclabili esistono si, ma sono costellate da prove di coraggio al pari di un allenamento militare e i posteggi “regolari” più difficili da trovare del Santo Graal e del punto G (questo accostamento forse era evitabile...), ma che soddisfazione uscirne vincitori.
Puoi fare testuggine con le tue amiche mentre chiacchieri: un pò come la scena di ET ma senza extraterrestri nel cestino, probabilmente ci sta del cibo, delle piante o delle ceramiche.
Ti devi prendere cura di lei ma senza troppa fatica e troppo stress: una gonfiatina ogni tanto, una lucidata, controllare i freni e al massimo la camera d’aria se hai fatto l'apprendista fachiro, meno impegno di un fidanzato insomma.
La bici ti fa arrivare a casa con una fame da lupi (non che io abbia bisogno di aiuti eh) e ti fa sentire di aver conquistato la città solo con l’aiuto delle tue gambe, mentre gli altri pigroni sono in auto fermi al semaforo a scaccolarsi.
Ti fa sentire agilissima quando passi tra il tram e il marciapiede senza incastrarti o quando dribbli uno spartitraffico visto all’ultimo perché eri distratta a guardare un nuovo fiorista (bello il negozio, bono anche il fiorista)
La bici non inquina, non ingombra ed è estranea ai giudizi sociali: è uguale per tutti, che tu sia muratore o presidente. Non se la prende se quando piove a dirotto la lasci da sola legata nel cortile di casa: lei è sicura che tornerai e ti aspetta fedele come un Labrador. 

La bici non è un mezzo di trasporto, la bici è uno stile di vita.
Ti fa vedere il mondo con l’aria in faccia, gli occhi attenti e le gambe attive. Hai la scusa per mangiare di più e non butti via tempo per trovare parcheggio e già queste mi sembrano due ottime motivazioni per usarla di più. All’occorrenza puoi diventare pedone o automobile o tram: trasformismo non da poco in questi tempi in cui si cataloga ogni cosa. I vestiti a fiori svolazzano che è una meraviglia e puoi cantare a squarciagola perché tanto la voce finisce nel vento che per ora non è ancora giudice di X Factor.
Il sedere farà un pò male a volte ma tu pedala, pedala sempre perché i sogni di chi va in bici non hanno mai le gambe fragili.




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