Lei non sa chi sogno io

Credo di aver abbastanza materiale sui miei sogni per poter scrivere un enciclopedia intera. Enciclopedia del “Che cosa diavolo fa il mio cervello mentre cerco di dormire?”. Forse è troppo lungo, basterebbe “Echeccazzo”. Si, molto meglio.
Mi rimprovero sempre di non essere mai abbastanza pronta ad appuntare quello che ricordo appena sveglia ma sono spesso troppo impegnata a ricominciare a respirare e, per la maggior parte dei sogni, è meglio forse lasciarli andare cosi come sono arrivati.

Giusto per dire, una volta ho sognato di tatuarmi tutta la faccia con dei peni di varie fattezze e dimensioni. Si hai letto bene, dei peni. Appena ho aperto gli occhi mi sono catapultata come una gazzella zoppa verso lo specchio più vicino toccandomi il viso e pregando Dio di non averlo fatto veramente.
Simile sensazione di risveglio delicato e rilassante l’ho avuta quando sognai di rasarmi tutta la testa e di dipingerla di argento, una palla stroboscopica praticamente.
Una volta ho sognato di sposarmi con un essere vivente, che già la cosa è un miracolo di per se, il suo volto e la sua identità erano una nebulosa, qui la situazione già cominciava ad essermi più familiare. Io avevo un vestito a pois, decisamente orrendo e fuori luogo per l’occasione e lui un completo da mafioso di terza categoria in periodo di prova. Non eravamo in piedi davanti ad un altare o ad un celebrante ma davanti ad una finestra che dava sul nulla: chiara metafora di un futuro solido. La finestra si spalancava nel momento del si e nel vento volavano mille colombe bianche, in realtà temo proprio che fossero più dei piccioni. Il mio abito svolazzava e lui si dissolveva nel vento come una nube lasciandomi lì scompigliata, stordita e ovviamente di nuovo single. 

Ho sognato mostri milleteste con la faccia di Cicciolina e di Papa Francesco vicine, ascensori bloccati al piano dei dietologi, code in posta lungo tutta la muraglia cinese e dulcis in fundo frighi enormi ma vuoti, che è stato di gran lunga uno degli incubi peggiori.
Ma ho sognato anche principi a cavallo di Vespe d'epoca, il Pò fatto di cioccolata fondente, fiori veri che non appassivano mai, cieli che corrispondevano al meteo, mari argentati senza meduse e tavole così imbandite che al risveglio mi sentivo pienissima (bugia, io piena mai).
Una volta ho sognato il mio nonno così intensamente che mi sembrava fosse ancora vivo e l'ho sentito lì vicino a me per alcuni giorni a seguire. Ho sognato di fare vacanze che non posso permettermi e di abitare in case che esistono solo nelle favole. Ho sognato dei boni da copertina volersi fidanzare con me e vestiti bellissimi e della mia taglia in sconto. 

Ho sempre dato al mio cervello la possibilità di viaggiare fortissimo da sveglia e questo è il prezzo che devo pagare dormendo. Il mio è un viaggio continuo tra immagini, ricordi e sensazioni. Non so mai se mi imbatterò in un drago o in un gattino, se in una mela marcia o in una pioggia di parmigiano reggiano. 
A volte è faticoso ma non vorrei mai rinunciare a tutte queste emozioni che sono spunti e sono vita. Sento sempre il mio cervello frullare, fumare e fremere come se dovesse partorire l’invenzione del secolo, poi a volte sono solo dei peni e va beh, ci si accontenta anche.
Il sogno porta pensiero, che porta desiderio, che porta idee, che porta paure, che porta coraggio, che porta conquiste, che porta speranze, che porta novità, che porta ricordi...
Se c’è una cosa insomma, oltre alle mie mascelle, che voglio sapere sempre in movimento è proprio il mio cervello e i miei sogni.
Sognate insomma, perché come si usa dire “No Peni no Party”, o forse non era proprio così e me lo sono sognato...





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