Rimbocchiamoci le ore

Digitali, a cucù, da polso, di diamanti, interattivi, a pendolo, da taschino, vintage, da collezione, subacquei, da muro...
Di orologi sono pieni i nostri polsi e le nostre case. C'è chi li colleziona, chi li disegna, chi li ripara e chi senza non arriverebbe puntuale nemmeno al suo matrimonio.
Ogni orologio racconta una storia. Ogni polso si fa abbracciare da una diversa esperienza scandita però da ore e minuti, identici per ciascuna. 
Il tempo non guarda in faccia a nessuno: non può essere né comprato né fermato (qualche chirurgo estetico ci va molto vicino ma, se volete saperne di più, siete sul blog sbagliato mi dispiace).
Scorre sulla nostra pelle, nei nostri ricordi e su tutti gli oggetti che ci circondano senza fare sconti. 
Il tempo ci afferra tutti allo stesso modo ma siamo noi a non essere sempre gli stessi.

Hai mai tenuto un plank per "soli" 60 secondi?
Ti soffermi mai sull'istante infinito che precede un bacio?
Ti incazzi mai di come la settimana di vacanza voli via in un attimo e le 8 ore in ufficio sembrino durare una settimana?
Ti ricordi le ore infinite che ti separavano dal bagno dopo pranzo e quelle non misurabili di quando sguazzavi in acqua (scandite solo dal sopraggiungere delle "righine" sulle dita)?
Hai presente la sosta infinita del treno alla fermata prima della tua?
Pensi mai all'attesa affamata del sobbollire dell'acqua e ai 30 secondi che passano tra il piatto pieno e il piatto vuoto (sono particolarmente ingorda lo so)?
Premi mai invio troppo in fretta per poi aspettare con nervosismo la risposta per un infinità?

La percezione del tempo è qualcosa di estremamente sottile, delicato e affascinante e forse in queste settimane di quarantena abbiamo avuto modo di farci i conti un pò più da vicino. Ad alcuni sarà sembrato lentissimo ed inesorabile, ad altri goduto e riposante e per altri ancora è stato velocissimo, stressante e pericoloso. 
Ma il tempo è per tutti quello che abbiamo la fortuna di avere a disposizione per sentirci vivi e per metterci all'opera nel realizzare i nostri sogni e le nostre ambizioni.

Non sprecarlo arrabbiandoti con chi non lo sprecherebbe per te. 
Non farlo correre aspettando qualcosa o qualcuno che puoi andarti a prendere subito. 
Non cercare di imbrogliarlo con tutti quei "domani" perché chi stai imbrogliando è solo te stesso.
Non buttarlo via in lavori o amori sbagliati. 
Non lasciarlo andare via per orgoglio.
Non costringerlo a venirti a suonare alla porta quando sarà ormai troppo tardi.
Non sopravvivere nella speranza che qualcuno o qualcosa ti farà finalmente vivere.
Non disilluderti del fatto che tutto quello che hai impiegato in cose importanti un giorno verrà ripagato.
Non sperare che non ti pentirai di quello che hai sprecato.
Non dargli modo di coglierti impreparato.
Non dimenticare che non sarai mai troppo indietro o troppo avanti rispetto agli altri.
Non lasciarti spaventare dalle rughe o dall'inesperienza perché l'unico tempo giusto per le cose è solo il tuo e solo tu puoi sapere quando sia il rintocco giusto.








Commenti

  1. Mai portato un orologio, ma con il tempo ho fatto a botte spesso. Al lavoro (soprattutto), a casa , tanto da diventare un "vizio di forma" anche nel mio intimo, di corsa la doccia, di corsa i pochi attimi per me. Fino a che la corsa è diventata fisica, il mio corpo reagiva anche nei momenti vuoti o di calma come se si stesse preparando per la gara di corsa. Causandomi tanti disagi fisici. Ho rallentato, ho dovuto farlo. Ogni tanto ci casco, ma ci sto riuscendo.
    Post molto bello. Ciao.

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    1. Grazie mille! Capisco perfettamente e credo che essere consapevoli del tempo prescinda dal portare o meno un orologio al polso. Hai toccato un altro punto che mi sta molto a cuore: la risposta del nostro corpo alla mente. Sarà sicuramente lo spunto per un post futuro. :) Buona fortuna per il tuo nuovo ritmo!

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