Tutti monaci con l'abito degli altri

Ti svegli una mattina di primo inverno e fa freddo (ma sembra più freddo solo perchè è il primo). Come se fosse bastata solamente un estate per farti dimenticare quanto possa essere freddo là fuori. Comunque, freddo o non freddo, non finiamo a parlare del tempo (lo userò, per antonomasia, quando e se avrò esaurito gli argomenti).   
Sei assopito con un caffè in mano, nella speranza che ti infonda quell'energia che ieri ti ricordavi di avere (non sai esattamente in quale parte del giorno, ma ne sei sicuro). 
Davanti a te il mostro: l'armadio!
Guardi il caffè, guardi lui, guardi lo specch...riguardi il caffè. La prima sfida della giornata incombe su di te: “cosa mi metto?” "Sfogli" gli attaccapanni svogliata, come in un negozio di articoli che non puoi permetterti. Pensi (un pensiero solo dopo ogni sorso di caffè), cerchi di trovare un'outfit alternativo, per dare una botta di vita alla tua giornata, che si preannuncia grigia e fredda.
Impermeabile giallo! Mmh troppo acceso per un colorito spento. 
Pelliccia animalier! Nah troppo aggressiva per un architetto in erba.
Blaser marrone! Meglio di no, merda chiama merda.
Poi la vedi: si confonde ma nello stesso tempo spicca tra tutte le altre. E' la tua giacca preferita, quella che ti ha seguito in ogni avventura e disavventura, quella che se potesse parlare sarebbe meglio cambiare città, meglio stato.
Elegante ma semplice, calda e comoda ma stilosa, si sposa sempre perfettamente con tutto (al secondo o anche già solo al primo caffè).
La agguanti in ritardo. Ma si penserò domani ad un outfit alternativo!
Tutti ne abbiamo una e la cosa che mi piace pensare è che sono in parecchi probabilmente ad avere proprio la stessa medesima. L'ultima esibizione a cui sono andata non ha che confermato la mia teoria (lieta di scoprire che non sono del tutto folle).
Sto parlando di Chanel e della sua inconfondibile giacca nera; indossata da personaggi più o meno famosi in milioni di diverse interpretazioni.
La stessa veste una vip strabordante di egocentrismo Sarah Jessica Parker, una sexy Georgia May Jagger, una ipnotica Uma Thurman, uno scolpito Roberto Bolle e molti altri attori, ballerini e modelle.
Tre sale di foto in bianco e nero, un grande fotografo (Karl Lagerfeld) e una solo grande protagonista: una giacca nera.
Sono fermamente convinta che non sempre un articolo determini uno stile, ma il contesto in cui viene indossato dia uno stile all’articolo. Non si impermalosisca chi sposa la teoria dell’abito non fa il monaco ma io sono di tutt’altro avviso.
Vivo nel mondo del “Hai una personalità!? Esprimila” e quale via migliore se non gli abiti? Credo che ognuno, cosciente o meno, metta se stesso nella scelta di comprare o indossare qualcosa. Quello che indossi esprime quello che sei e soprattutto quello che vuoi mostrare di te stesso. Lo stile che assumi e cambi negli anni rispecchia quegli imput che ricevi e fai tuoi. Vogliamo tutti sentirci a nostro agio ma anche apparire all’ultima moda ed è dal mixare e dosare queste due esigenze che nasce uno stile. A volte è la comodità a discapito dell’eleganza a volte l’eleganza a discapito della comodità.
C’è chi segue la scuola del “sembra che ho preso la prima cosa che ho trovato nell’armadio, invece sono stato quattro ore davanti allo specchio”
Chi ama un brand alla follia e, credendo di andare sul sicuro, si trasforma nella brutta copia di un catalogo pubblicitario. Chi si sente vecchio e triste e si mortifica con colori da natura morta e una taglie sbagliata, scelta dalla timidezza del non chiedere dove fosse quella più piccola.
C’è chi invece vuole illudere se stesso e gli altri (carta di identità compresa) di potersi ancora vestire come un teenager nonostante le rughe e una prole suscettibile da andare a prendere a scuola ogni giorno.
Molti si vestono senza ombra di dubbio al buio, o non hanno ancora ben capito che stile fare proprio e, nell’indecisione, se li portano a spasso un po’ tutti.
Ci sono i gai (reali o impostati che siano) che esprimono la loro allegria sfoggiando colori e fantasie variopinte.
I palestrati che non hanno sbagliato lavaggio, l’hanno comprata proprio così la t-shirt.
Ognuno ama qualche sua parte del corpo e adora metterla in mostra nascondendo i difetti (che poi per me talvolta siano difetti le prime e punti di forza le seconde, è tutto un altro discorso).
Anche la svogliatezza e la noncuranza sono uno stile così come l’ossessiva tendenza alla perfezione. Chi è insicuro non osa per paura di dare nell’occhio, chi si piace scopre, chi non si piace copre, chi è basso si slancia, chi è grasso si sfina. 
Resta il fatto che ogni mattina (caffè strong alla mano), scegliendo cosa indossi scegli chi vuoi essere.
Eh cavolo però! Ora mi è venuta voglia di fare shopping!














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