Boccate d'ansia

Aspetta 
Non 
Sono 
Impeccabile 
Ancora
Così descriverei l’ansia con un acrostico. 
C’è dentro l’attesa che logora, la perfezione ideale che affligge, la negazione che ci affossa, l’io che ci vuole in gioco e il tempo che scorre inesorabile indipendentemente dalla nostra andatura.

Siamo una generazione in affanno.
Ci manca l’aria nei polmoni ma abbiamo i cervelli pieni di ansia.
Corriamo sempre più veloci per raggiungere traguardi che non siamo nemmeno così sicuri che ci interessino. Manca sempre un soffio al risultato che ci soddisfa e le rare volte che lo fa, ci arriviamo così stanchi e affannati da non riuscire nemmeno a goderlo perché stiamo già pianificando quello dopo: bisogna solo alzare l’asticella, non c’è tempo per le gratificazioni e non c’è tempo per guardarsi indietro.
Ma è proprio in quel dietro invece che troveremmo molte risposte: nelle tragedie e negli errori, proprio quelli che sotterriamo e vogliamo dimenticare per non macchiare il nostro impeccabile percorso instagrammabile.   

La pandemia arrivò in un momento in cui ci il pianeta era saturo, noi eravamo saturi e lo erano le nostre relazioni e le nostre ansie. Ci aveva costretto a rallentare, a cambiare le nostre priorità e avevamo iniziato non solo a guardarci indietro ma anche a guardarci dentro. Eravamo impauriti e in gabbia ma in un certo senso eravamo più liberi: nessuna ansia da prestazione sociale, nessuna gara e nessun confronto, solo quello con noi stessi. 
Dovevamo imparare qualcosa, dovevamo capire che la felicità non è proporzionata alla velocità delle nostre corse, dovevamo cambiare la nostra scala dei valori, dovevamo capire che l’unione è la nostra forza più grande e la gentilezza la sua forma più nobile di espressione, dovevamo imparare ad apprezzare le piccole cose e a prenderci più cura del nostro pianeta e del nostro benessere.

Invece siamo tornati a correre la maratona più veloci di prima e a me manca l’aria. 
Vedo corse di gioia e di gratitudine per esserci lasciati alle spalle un incubo ma non solo: vedo di nuovo individualismo e arroganza, razzismo e discriminazione, competizione e superficialità, esagerazioni e mancanza di rispetto. 
Siamo vivi e non è scontato. Non dimentichiamolo mai e non dimentichiamoci dei conti che abbiamo fatto con noi stessi e di quanta sia stata la sofferenza e le risposte che ci siamo dati. Rallentiamo e guardiamoci indietro. Togliamo finalmente la mascherina e respiriamo a pieni polmoni questa libertà che ci siamo meritati cercando di non tornare di nuovo ad essere schiavi di noi stessi, delle nostre ansie e dei nostri egoismi.
Correre per abbracciarsi si. Correre per affannarsi, non più grazie.








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