Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una zampa...

Garibaldi sgranocchia la sua carota guardandosi attorno.
Ha l'occhio vispo, l'orecchio attento e non si fa sfuggire mai nessun movimento e nessuna parola. Come un vero conquistatore scruta l'orizzonte in cerca di nuovi obbiettivi.
Conobbi Garibaldi 6 anni fa. Io non ero ancora trentenne e lui era già un grigio cinquantenne dal fascino misterioso e intrigante: la parola sempre pronta, pochi peli sulla lingua e la schiettezza di uno che non perde tempo ad essere fintamente cordiale.
Garibaldi arrivava da Parigi e, come per molti parigini, il massimo della confidenza erano "Bonjour"e  "Bonsoir" pronunciate con ponderata educazione. Come tutti però ci mise un attimo ad ambientarsi in Italia e da "Ou là là" a "Cazzo" fu veramente un attimo.

Garibaldi non è la classica cocorita tutta colori, cuba libre e Macarena. Lui è un cenerino francese grigio lucente con una coda rossa fuoco che fa ondeggiare con classe e un pò di spocchia.
Da dentro la sua gabbia il suo cervellino incamera e rielabora con un'intelligenza e un'arguzia tali che gli hanno fatto guadagnare uno spazio sul mio blog.

Innanzitutto Garibaldi è un pappagallo fenomenale nelle imitazioni, tanto che sarebbe da mandare ad uno di quei programmi sui nuovi talenti. Oltre a saper riprodurre esattamente il rumore dell'acqua corrente, facendoti credere che ci sia un rubinetto aperto, è incredibile come riesca ad imitare la voce e i modi di dire della sua padrona tanto che anche i parenti della stessa non capiscono più quando a parlare sia lei o il pappagallo.
Se sente una suoneria, senza scomporsi e con la sua tipica nonchalance, dice "Pronto Pronto Pronto" e tu non puoi credere al fatto che risponda veramente al telefono.
Quando sei seduto a tavola si interessa sempre che la portata sia di tuo gradimento chiedendoti "Buono?".
La buona notte quando le luci si spengono è un obbligo imprescindibile ed è sempre il primo a darti il buongiorno e qualche info sul tempo di prima mattina.
Ma non è finita qua perché è anche bravissimo a fare gli scherzi.
Dire parolacce quando ci sono ospiti, imitando la voce della padrona, è una cosa che lo fa divertire moltissimo. Chiamare per nome tutti i cani della casa facendoli agitare e correre da ogni parte creando una bella cagnara in momenti inaspettati è un'altra delle sue specialità.

La simpatia e l'arguzia di questo pappagallo mi hanno fatto pensare a come le interazioni tra gli essere viventi siano spesso incredibili.
Tra uomini e animali c'è sempre stato un rapporto di convivenza, supporto e amore reciproco ma l'alchimia di alcuni legami ha un non so che di magico.
Ci si parla e ci si capisce sul serio. Gli scambi di sguardi e i gesti affettuosi sono veri e potenti. La lontananza fa male ad entrambi e riabbracciarsi è una vera festa. Hanno bisogno di noi quanto noi di loro e spesso sottovalutiamo la loro sensibilità e la loro intelligenza. Avremmo solo da imparare dalla loro spontaneità e dalla loro voglia di stare con noi senza secondi fini (giusto qualche crocchetta) solo perché ci vogliono bene e amano prendersi cura di noi.
Gli animali non sono dei peluche: hanno un cuore e un cervello, non si comprano ma si adottano.
Pensateci sempre bene prima di prenderne uno.











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