Il pacco che non tira il pacco
State tranquilli, state sempre leggendo "dal pensierivendolo": non siete capitati involontariamente nella biografia di Rocco Siffredi né in un avviso publicitario delle poste italiane. Malizia o bonaria antiquatezza sono la traduzione del dove la vostra mente ha viaggiato leggendo il titolo.
Nulla togliere a Rocco (che da togliere per donare a meno fortunati ne avrebbe a iosa); nulla togliere alle poste, che recentemente mi hanno anche piacevolmente stupita: sarà merito di una cara amica che lavora lì e mi avrà "raccomandata" (freddura scadente, chiedo perdono).
I pacchi in questione nascono in fabbriche; riempiti di tessuti scadenti, biscotti "dietetici" per illudere le masse o fustini di detersivo, per quei pochi che ancora sanno cosa sia la pulizia. Da pieni, pesanti, imballati e fieri del loro ruolo vengono svuotati, sventrati e accatastati in attesa di essere portati al macero.
Ma qualcuno di loro si salva! Non so se "salvato" sia proprio il termine giusto: sarà semplicemente testimone di un viaggio denso di paure, curiosità e aspettative.
Un pacco da trasloco non è un pacco qualunque. Viene "medicato" da metri di nastro adesivo che lo avvolgono e lo riscostruiscono più forte di prima. Non importa se fuori c'è scritto "Amica Chips" (ecco che torna Rocco): quel pacco sarà diligente e orgoglioso di portare il suo contenuto indenne fino a destinazione. Possono essere libri, scarpe, stoviglie o biancheria: il pacco farà il suo lavoro in silenzio e con zelo. E' seduto in terra accanto a te e ti dona il suo spazio. E' discreto testimone del sorriso commosso o della grassa risata mentre riponi un oggetto. Non rivelerà a nessuno cosa, con una smorfia di disgusto, non hai coinsiderato degno del viaggio. Verrà caricato, scaricato, toccato da mani sconosciute, svuotato e sventrato di nuovo ma lui te ne sarà comunque grato.
E' faticoso impacchettare le tue cose; ma non parlo solo della fatica fisica. E' faticoso soprattutto il pensiero del cambiamento: mille pianifiche razionali e il rendersi conto comunque della loro incertezza. Il rischio c'è e lo percepisci chiaro quando sei arrivata al dunque: mentre stai riempiendo quel pacco pensando a come, dove e quando riuscirai a riporre nuovamente in ordine le tue cose. Ci vuole coraggio e tanta carta da imballaggio per riparare quello che c'è di più fragile.
I fatti recenti ci mostrano come qualcuno abbia avuto la grande forza e umiltà di lasciare il potere spirituale non sentendosi più all'altezza; ma ci mostrano anche come qualcun'altro non abbia avuto la stessa accortezza riguardo a quello temporale.
Si cambia per necessità o per mettersi in gioco. Si cambia alla ricerca di qualcosa di meglio o semplicemente per il desiderio di cambiare. Si cambia senza meta o con obbiettivi ben precisi. Si cambia piangendo o sorridendo, volenti o nolenti.
Resta il fatto che quando si cambia succede sempre qualcosa; ma solo chi si è tirato su le maniche e si è fidato di un pacco di cartone sa di cosa sto parlando.
E' come aggiungere una altra figurina alla collezione: magari è l'ennesimo doppione che non riuscirai a scambiare coi compagni o magari è quella rara a cui tutti ambiscono.
Insomma, c'è probabilmente un supermercato sotto casa tua pieno di pacchi "in fin di vita" che aspettano di sentirsi utili. Perché negargli un ultimo viaggio?
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