Dalla Russia con amore

Strati! 
Il mondo è fatto di strati. 
Il terreno è costituito da strati e l'atmosfera è un susseguirsi di strati. 
La frutta è avvolta da strati di buccia e gli animali si riparano con strati di pellicia (fortunelli loro che la indossano gratis). 
Le pagine dei libri sono strati da sfogliare. 
Anche le lasagne sono fatte da strati e la cosa non è da prendere così alla leggera. 
Le case sono strati di piani: strati di vite poggiate l'una sopra l'altra. Strati di malta e cemento da costruzione. 
Strati di pittura sulle tele. 
Strati di vestiti invernali per scaldarci. 
Strati di smalto sulle unghie. 
Strati di pelle abbronzata che cedono il posto a quelli di nuova e pallida. 
Strati di petali su un bocciolo e strati di petali che cadono a terra su strati di tappeti rossi. 
Strati di una cipolla che ci fanno piangere e strati dei biscotti Ringo che ci fanno sorridere, qualsiasi colore di pelle indossiamo. 
Strati di fondotinta per coprire le occhiaie e strati di rossetto per sentirsi più sexy (prima di quel primo sorso che rovina tutto). 
Lo strato artificiale delle lenti a contatto e gli strati della carta igienica ("morbistenti" o no che siano). Strati di carta da parati per coprire gusti passati. 
Strati sui cartelloni pubblicitari per seguire il passo del mercato. 
Strati di uva da pestare e strati di compensato. 

Potrei continuare per ore ma c'è una cosa che da sempre mi ha reso più evidente questo concetto: le matrioska. Avete presente? Sono quelle bamboline di legno della tradizione russa che al loro interno nascondono, contenute una dentro l'altra in successione decrescente, versioni minori di quella esterna. Poggiano a terra ben salde nel loro vestito tradizionale e sorridono di un sorriso di circostanza che le colora le guancie di rosso. Devi essere attento per scovare quella fessura che hanno sul ventre e allora scoprirai il mondo che nascondono. Da bambina ne avevo una e mi affascinava montarla e smontarla anche se, ammetto che, dopo due volte il gioco era bello che finito. Da adulta (dai per stavolta me lo merito) le vedo con occhi diversi. Non sono russa, sono meno tozza (mi merito anche questa accidenti!) e non amo i vestiti tradizionali; ma mi piace pensare che tutti noi siamo fatti di strati. Non sto parlando di pelle, unghie e capelli: parlo di qualcosa che non puoi vedere nè toccare. Qualcosa in cui ti devi addentrare con tempo, pazienza e desiderio.

Lo strato della superficiale conoscenza è quello più esterno: quello che mostriamo a tutti (compreso spesso il sorriso di circostanza). E' lo strato dell'apparenza, quello con cui ci presentiamo là fuori: si trucca, si pettina, si mette a dieta e va in palestra. Non ama farsi vedere piangere ed esternare i propri problemi. Solo chi ha il coraggio e la curiosità può arrivare al secondo strato. 

La spontaneità aumenta e arriva anche la spensieratezza di un pomeriggio di shopping o di una notte di party. Più domande e meno trucco. Tacchi più bassi e discorsi più alti. Se le risposte a quelle domande ci sono piaciute ci si addentra nello strato successivo. 

Cresce la stima e la confidenza. Si condividono interessi ed idee, si chiedono consigli. I tacchi sono sempre più bassi e il trucco sempre più leggero. La trasformazione in tuta e pantofole arriverà solo allo strato successivo. Si piange, si ride e si è se stessi senza riflettere più di tanto. Si siede alla stessa tavola e può anche capitare di dormire nello stesso letto. Il più delle volte non servono parole per capire il motivo di una lacrima o di un sorriso. 

Arriva poi lo strato dei preferiti nel telefono e di chi si preoccupa quando stai male. I primi che ti fanno gli auguri di compleanno e quelli a casa dei quali puoi piombare anche senza avvisare (ovviamente senza trucco e in pigiama). Vacanze, ricordi, liti e gelosie sono il bagaglio che portano con se. 

Qualcuno poi arriva anche all'ultimo strato ma sinceramente, pochi di voi ci sono arrivati e a quei pochi non ho certo bisogno di spiegare come sia.




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