Rifarsi il senno

Guardandomi allo specchio mi sono sempre resa conto di averne una più grande dell'altra, la destra per l'esattezza. Tirandole su a piene mani mi sono sempre divertita ad immaginarmi con una bella quarta abbondante, facendo anche un pò le smorfie da attricetta di film di terza categoria. Facendo sport mi sono sempre sognata di avere una zero, per non sentirle scappare ovunque quando salto la corda. 

Le spalmo di creme, le accoccolo in reggiseni più o meno sexy e in costumi più o meno coprenti. Le schiaccio in reggiseni sportivi e dichiaro guerra alla forza di gravità coi push up.

Le tette (mi piace chiamarle così perché il suono della parola mi ricorda la loro rosea rotondità) sono tantissime e tutte diverse, ognuna è unica e appollaiata dove deve, che ci piaccia o no. 

Sono il primo biberon da cui tutti quanti bevono ingenui ed affamati ma non appena il traguardo dell'età dello sviluppo viene tagliato le tette diventano altro. 

Diventano sesso, provocazione, fisicità, estetica, competizione, perfezione, imperfezione, ostentazione, vergogna, perversione, chirurgia, complesso, trofeo, selfie, pubblicità, strumento, mortificazione, esaltazione...

Le tette sono il nostro essere donne, madri e portatrici di vita. Sono la nostra dichiarazione di femminilità, di morbidezza e accoglienza materna e sessuale. Non sono un'accessorio da sfoggiare, non uno strumento per corrompere ma soprattutto non sono e non devono essere motivo di confronto e di competizione. Le tette sono lì come lì sono le spalle, i piedi e le orecchie. Le tette sono lì perché, come tutte le altre parti del corpo, hanno un ruolo fondamentale, loro lo hanno nella procreazione e non nella buona riuscita di un selfie

Quindi invece di preoccuparci di averle sode, prosperose, simmetriche e sexy preoccupiamoci di averle sane. Amiamole, tocchiamole, osserviamole, prendiamoci cura di loro perché prevenire significa agire, anticipare i tempi, prima che possa essere troppo tardi.

Buon ottobre a tutte le bellissime tette del mondo.