Leggi che è gratis

Ammetto di essere parecchio intransigente talvolta. Ma non accade spesso: ci sono tanti difetti, umani e non, che riesco a tollerare o con cui per lo meno riesco a convivere (se sono a distanza di sicurezza).
Ce n'è qualcuno però che proprio mi fa prudere le mani anche da molto molto distante.
Non accetto chi, alle 8 della mattina, puzza già come una bruschetta all'aglio; i lamentosi non costruttivi e quelli con la faccia sempre incazzata senza motivo (in amicizia, scusate il francesismo, le "facce di cazzo"). Potrei anche proseguire ma credo di aver dato già un quadro piuttosto approfondito col post "stufa di essere stufa" (link diretto se voleste una rinfrescata). (Si forse sono più intransigente di quello che pensassi).
Ma quest'oggi vorrei concentrarmi su una categoria che decisamente si aggiudica il podio: i taccagni! Sono ancora in lizza coi puzzoni ma è un testa a testa all'ultimo spicciolo, o all'ultima spruzzata di deodorante.
Amo il termine "braccino corto" perché rende perfettamente l'idea del loro modus vivendi. 
Non voglio generalizzare: ci saranno sicuramente diverse tipologie e tante ragioni che portano una persona ad essere così, ma il taccagno è facilmente avaro in tutto ciò che si dà. Poche parole, pochi abbracci, poche affettuosità ma soprattutto movimenti limitati e sguardi sofferenti nella disciplina (oserei dire olimpica) del "tirare fuori il portafoglio".
Inspiegabilmente il taccagno ha sempre quella banconota intera da 50 che, "sarebbe un peccato cambiare per un caffè", quando ci sei tu che glielo puoi offrire.
Il taccagno dichiara di voler fumare di meno e non compra le sigarette, ma non dichiara che te le scroccherà tutta la sera. Il taccagno ordina in base ai prezzi del menù e non in base alle proprie voglie; boicottando il pagamento alla romana per mancanza di contanti che ha lasciato stranamente in macchina: non sua perché la benzina è rincarata. Il taccagno è quello del "No, io sono a posto" quando è il suo turno per pagare da bere. Vedi nei suoi occhi e nei suoi contorcimenti la seria difficoltà che ha nel tirare fuori denaro contante dal suo portafoglio; e quando lo lascia sul banco lo sguardo sembra quello di Humphrey Bogart nella scena finale di Casa Blanca. 
Il vero taccagno facilmente insulta gli altri taccagni. Lucida la carta di credito (praticamente immacolata) tutte le sere e lo fa con la salvietta che ha portato via dall'ultimo ristorante, in cui gli hanno fatto il pelo e il contropelo, come pegno per l'oltraggio. Il taccagno solitamente mangia come un passero inappetente; fatta eccezione di quando il buffet è gratis e fa la scorta come i cammelli. Dimentica i debiti ma mai i crediti (se mai ne dovesse avere uno per un caso di vita o di morte). Il taccagno si fossilizza ospite in casa altrui, fingendo di lamentare la difficoltà nel trovare un appartamento decente. Irrita il fatto che il taccagno solitamente è piuttosto abbiente: da qualche parte i soldi li dovrà pur mettere. La vista di soldi gli fa brillare gli occhi e la reazione involontaria del cervello a quell'immagine è quella del riporli sotto il materasso (dopo averli contati ripetutamente leccandosi i baffi). Il taccagno vive al contrario: nasce povero e muore ricco; un giorno poi mi dovrò far spiegare il senso di tutto ciò davanti ad una pinta; che chiaramente sarò io ad offrire perchè la sua carta si sarà improvvisamente smagnetizzata.
A tutti i taccagni che stanno leggendo (anche a quelli che non ammetteranno mai di esserlo): siate più generosi: risparmierete in elucubrazioni mentali e nelle batterie della calcolatrice.




Commenti

  1. Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale...!!!

    RispondiElimina
  2. da genovese ho letto subito essendo aggratis eh..eh..eh...

    RispondiElimina

Posta un commento

Commenta