Tiro a Campari

Oggi sono 38. 
Non di Campari, di quelli ho perso il conto molto tempo fa.
Oggi sono 38 gli anni che compio.

38 anni di capelli da domare, di lacrime da arginare perché sono sempre stata molto emotiva, di avventure perché sono curiosa come una scimmia, di chiacchiere perché non mi tengo nemmeno la pipì, di risate perché quando rido di gusto mi si sente fino in Lapponia (chiedete a Babbo Natale per conferma).
38 anni di paure e di successi, di scrittura, di lettura e di cene improvvisate, di stili, di gusti e di colori diversi mescolati tutti insieme, di gentilezza ricercata e di intensità voluta, 
38 anni di candeline spente con le persone a cui voglio o ho voluto bene, di tutti i miei “chi me lo ha fatto fare?” e di tutti i “ma si, si vive una volta sola”, di giornate no e di giornate wow, di frighi vuoti con cuori pieni o di frighi pieni con cuori vuoti.
38 anni di aspettative enormi e di delusioni proporzionali, in cui cerco di trovare una casa per il mio cuore pur sapendo che sono sempre a casa ovunque vada con me stessa.
Brindo a questi 38 anni con la stessa freschezza che avevo 20 anni fa quando, in piedi sul tavolo di un villaggio Club Med mi tracannavo il Campari come se non ci fosse un domani e invece il domani poi c'è stato, c'è stato eccome e non potevo immaginarmelo più ricco e più intenso di come è già stato finora.
Auguri piccola grande Elena, che l'entusiasmo di una bambina e il coraggio di una guerriera non ti abbandonino mai perché anche se ogni  tanto sei una lunatica rompicoglioni nessuno è più bravo di te a improvvisare sulla base di idee discutibili, a mangiare con gli occhi fuori dalle orbite dalla goduria e a diventare più Elena ogni anno che passa.




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