Chiuso per furie

È un pò come se ogni donna fosse una casa. 
Una vera e propria casa che ha l'infanzia e i ricordi come sue fondamenta, le stanze come i diversi ambiti e interessi in cui ama muoversi, il quartiere e le palazzine intorno come le sue cerchie sociali, la città ed il paese in cui sorge come le proprie tradizioni e valori.
Ogni casa ha delle pareti che la proteggono dal freddo e dalle intemperie ma non solo, quelle pareti rendono ognuna un luogo prezioso e sicuro in cui è permesso entrare solo se una porta o una finestra vengono socchiuse. Le finestre e la porta sono le uniche vie per entrare in quella casa, le uniche vie quindi per conoscere quella donna.

Le finestre si aprono per far entrare l'aria fresca e i profumi della primavera, per far filtrare i raggi del sole e per godere del panorama. Le porte si aprono per fuggire un pochino dalla monotonia di noi stessi, per far accomodare ospiti o nuovi oggetti, per ritirare la posta o scambiare due parole con la vicina.

Si aprono quando ci sentiamo a nostro agio nel accogliere qualcuno nella nostra vita, nella nostra cerchia e nelle nostre emozioni. 
Si aprono timide finestre a nuovi amanti e quelle finestre diventano porte quando la fiducia aumenta. Si scostano le tende quando abbiamo desiderio di essere toccate e si afferrano maniglie quando ci fa piacere convivere lo stesso letto. Si spalancano vetri quando ci confidiamo e si richiudono se ci sentiamo non comprese. Entrano raggi di sole se siamo pronte a nuove esperienze e le mandate della serratura diminuiscono insieme con le paure.

Ecco, per me la violenza non è altro che forzare quelle finestre e quelle porte: rompere un vetro per entrare con irruenza, forzare una serratura per introdursi senza permesso.
La violenza è qualcosa che vìola, come dice la parola stessa, che subiamo senza averlo previsto ne tanto meno accolto, né nei modi né nei tempi.
A volte sono parole dure e spesso purtroppo sono anche mani, mani che su quelle finestre e in quelle stanze lasciano segni, ferite e tanta paura. Non entra più il profumo di primavera attraverso quei vetri rotti e sul pianerottolo non ci si scambia più nessun sorriso con la vicina.

In quei momenti bisogna chiudere. Chiudere con tutto il coraggio e l'amor proprio che possiamo ancora trovare in qualche angolo di noi stesse. Chiudere fuori quel male perché non entri mai più in quelle stanze a rovinarne la bellezza.  
Ed è quando quelle porte e quelle finestre sono ormai cosi deboli e danneggiate che non riusciamo più a tenerle chiuse da sole che dobbiamo chiedere aiuto. Perché ci sono persone la fuori che sono in grado di ripararle, di farci sentire di nuovo al sicuro e di far entrare ancora solo raggi di sole e sorrisi dentro casa.







Commenti

  1. Bellissima e delicata similitudine con il luogo più intimo di una persona: la propria casa! Bello! Spero lo leggano in molti!

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