Uovunque

Tempo fa una persona molto intelligente che conosco mi disse che le due parole che gli individui usano maggiormente nelle conversazioni sono “IO" e “NO". 

Due semplici monosillabi ma distintamente vibranti, baritonali e perentori. Quattro lettere che riempiono le nostre frasi di assolutismi e di individualismi. Un pronome e un avverbio che alimentano l'ego e le pretese. 
Io queste due parole tonde me le immagino come due uova. Due uova che stanno lì in bilico su un filo immaginario di sovrastrutture, di stereotipi, di insicurezze e di supponenza. Ondeggiano incuranti di quello che le circonda e sono sorde alle altrui voci e cieche alle altrui richieste. 
Due uova che cercano di non affondare nelle acque incandescenti delle aspettative della società e si arrampicano sugli specchi dell’apparenza e della materialità per sopperire ai vuoti dell’animo.
Ci sono uova ovunque che incespicano guardando un punto fisso davanti a loro per mantenere il poco equilibrio che hanno. Uova ovunque che non pensano a quanto poco basterebbe per sorreggersi: tenersi la mano l’una con l’altra.

Ho sempre pensato che la forza del mondo fosse l’umanità e dico ogni giorno di non esserne mai sazia perché credo sia proprio lì che si nascondono le cose preziose, quelle che non possiamo né comprare né soddisfare da soli: i rapporti umani, le relazioni e le condivisioni. 
In un mondo di Io e di No ci siamo dimenticati di che cosa voglia dire il compromesso, la gentilezza e il confronto. Siamo talmente contratti nelle nostre piccole scatolette solitarie che ci siamo dimenticati di aprire il coperchio per fare entrare ogni tanto un pò d’aria e un pò di leggerezza.

Io quelle uova le vorrei rompere tutte sai, ma non solo per farci una bella frittata da mangiare in compagnia ma per vedere quei NO trasformarsi in morbidezze e quegli IO trasformarsi in condivisioni. Vorrei farne una bella ciotola e sbatterle forte tutte insieme in un vortice di paure ingiustificate trasformandole in un omelette di coraggio comunitario.
Vorrei che ovunque queste uova iniziassero a tirare un poco su la testa, rischiando si di perdere quel severo equilibrio ma provando a guardarsi negli occhi per scoprire che in fondo siamo tutti nella stessa frittata ma che è di gran lunga meglio cucinarla in compagnia.










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