Senso di Polpa

La tradizione porta con sé dei tesori inestimabili di cui il più delle volte ci dimentichiamo o che addirittura ignoriamo. Le generazioni passate hanno lavorato a braccetto con la natura per creare cose meravigliose, imparando a trattarla e a valorizzarla per poterne godere i frutti migliori. Uno di questi tesori sono, senza ombra di dubbio, le conserve e il loro antico e accurato processo: quasi come un rito a cui molte famiglie hanno partecipato e continuano a partecipare da generazioni. 
Il pomodoro dà il meglio di se in questa lavorazione. Non parlo solo della sua polpa ma parlo del profumo casalingo, del colore ipnotico, della consistenza avvolgente e del significato che questo procedimento rappresenta per la nostra cultura. 

Alla vista sembra quasi sangue, membra, viscere. Sembra che l'essenza della vita venga proprio da lì: da quell'acidità mista a dolcezza che ha la vita stessa.
E' da quelle viscere che esce la nostra vera essenza, il nostro animo verace senza impunture e senza filtri. Quello che ci scorre dentro è quello che ci muove, che ci tiene svegli la notte, che ci fa piangere di gioia o di paura. Ogni cellula del nostro corpo è irrorata da quella essenza che ci definisce ogni giorno di più tramite le azioni e i comportamenti di questo mondo terreno. Non siamo nulla senza l'umanità che abbiamo intorno, non siamo nulla senza gli input esterni, i doveri, i diritti, le socialità e le asocialità volute o imposte.
Ognuno di noi vive una continua lotta interiore tra l'essenza ed il contorno ed è proprio quando il diverbio diventa troppo alto che arriva il senso di colpa. Il senso di colpa verso noi stessi è il più severo: non ho fatto abbastanza, non sono all'altezza, avrei dovuto, mi sono arreso troppo presto, non avrei dovuto...
Poi c'è il senso di colpa per quello che si aspettano gli altri: giudici meno severi di quanto pensiamo perché troppo intenti a giudicare se stessi. 
Esiste il senso di colpa verso i nostri doveri e le nostre responsabilità, a volte troppo grandi o così sbagliate per noi da non riuscire a guardarle in faccia. 
Il senso di colpa per dolori non provati e per amori non corrisposti. 
Il senso di colpa per il tempo sprecato o per quello vissuto senza pensare alle conseguenze. 
Il senso di colpa per parole non dette o per parole gridate troppo istintivamente. 
Il senso di colpa scorre.
Quella polpa come essenza e come vita ci scorre dentro rossa, densa, acida e dolce senza sosta. Non c'è modo di fermarla e non è nostro dovere farlo perché tanto finiremo per sentirci di nuovo in colpa per non esserci riusciti. 
Imbarattoliamola allora come si fa con il pomodoro. Sterilizziamo i barattoli e raccogliamola sottovuoto in porzioni giuste per ogni giorno, saliamola quanto basta per noi e utilizziamola come più ci piace. Godiamone a poco a poco e liberiamoci dal senso di colpa. E' solo l'azione a muovere veramente il mondo e l'azione è preceduta da pensieri e non da giudizi, dagli obbiettivi e non dalle lamentele.
In un anno così difficile smettiamola di giudicare e giudicarci, smettiamola di colpevolizzare e colpevolizzarci cercando la causa in qualcosa per cui non esiste una vera e unica causa. 
Partiamo da noi stessi allora preparando i nostri barattoli e una bella spaghettata profumata e fumante sarà l'essenza da cui ricominciare insieme, sporchi di polpa ma puliti di colpa.















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