Cactus ti guardi?

A volte basta un vestitino estivo e una folata di vento, a volte un pantaloncino un poco più corto o un'abbronzatura dorata su una scollatura più morbida.
A volte basta solo un completino da yoga attillato, una coda arruffata o un jeans a vita alta.
Non importa cosa indossi o come cammini: gli sguardi non tarderanno ad arrivare.

Gli sguardi fanno piacere, ci fanno sentire più sicure e più belle nelle nostre forme. Ma non tutti.
Ci sono sguardi che ti faranno pentire di quella scollatura, di quel filo di trucco in più e dei colpi di sole appena fatti. Alcuni sguardi sapranno di sporco, di carne, di pelle violata, di disagio.
Ci sono sguardi che i nostri vestiti corti non meritano, sguardi che i nostri corpi non cercano e sguardi che i nostri seni non aspettano.

Vogliamo essere guardate si!
Ma vogliamo essere guardate come guarderesti una chitarra che luccica in vetrina e per cui stai mettendo i soldi da parte. Vogliamo essere annusate come si annusa la lavanda dei cassetti puliti. Vogliamo essere attese come un gol decisivo. Vogliamo essere toccate come si tocca l'acqua del mare a inizio stagione: con un pò di lentezza ma con coraggio. Vogliamo essere desiderate come una limonata fresca ad agosto e trattate come sbucceresti una mela per un bambino: con cura ma sicurezza. Vogliamo essere travolte come da un temporale estivo e abbracciate come ci si avvolge nelle lenzuola fresche di bucato. Vogliamo essere abbordate come si faceva un tempo nei bar: con dolcezza e ironia e non con la spavalderia volgare da social network. Vogliamo essere baciate con la stessa foga di quando addenti la prima fetta di pizza e vogliamo essere guardate come donne che sono e vogliono sentirsi donne.

Guardateci, guardateci sempre ma guardateci rimanendo innocentemente voi stessi, con la faccia al di sopra di un social network e lontani da sguardi sporchi e da fischi che vanno bene si e no per i barboncini.







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