Ragazze ansia e sapone

E' sempre il primo giudice del mattino e l'ultimo giudice della sera, proprio quando siamo più inermi e privi di impalcature. Ci scruta con rimprovero o con soddisfazione, ci sgrida o si complimenta. Davanti a lui siamo a nudo, pronti o meno ad affrontare una nuova giornata o a concluderne una eccezionale, catastrofica o semplicemente normale. Ogni imperfezione, novità, stanchezza ed emozione è lì di fronte a lui e non possiamo fare a meno che farci guardare senza possibilità di nasconderci. Non c'è luce, sfondo o strategia che tenga, lui sarà sempre lì a dirci la verità in faccia.
Lo specchio è il nostro giudice più severo o più appagante ma la verità è che lui non sta facendo proprio nulla se non riflettere la nostra immagine e anche un pò della nostra anima. Chi siamo e come vogliamo essere dipende sempre e solo da noi. 
Ci vede insaponarci il viso, lavarci i denti e sistemarci i capelli ma non esprime mai giudici. Si limita a riportare la verità, quella verità che spesso siamo noi a plasmare, falsare, sconvolgere o evitare.
Se ci sentiamo inutili o in colpa lo specchio non ci giudica, siamo noi stessi a farlo. Se siamo dimagriti lo specchio non ci farà nessun applauso, siamo noi a complimentarci con noi stessi. Il trucco può essere colato prima di andare a dormire o perfetto prima di uscire ma è al di sotto che lui vede.
Il suo è un duro compito lo so, sarebbe bello potesse parlarci, consolarci, complimentarsi con noi ma di specchio delle mie brame solo uno ne esiste e fino a prova contraria purtroppo non lo vendono su Amazon.
Lo specchio ci mette davanti a noi stessi ogni giorno ma sono i nostri occhi che vedono e il nostro cervello che decide se quello che sta vedendo gli piace o no. Ci mette davanti le nostre ansie, paure, debolezze, i nostri sensi di colpa e i nostri fallimenti ma anche la nostra bellezza, le vittorie, le passioni, le nostre forze e le nostre soddisfazioni.
Se è sporco ci criticheremo di non aver fatto le pulizie, se è pulito di non essere usciti con gli amici per sistemare la casa. A lui poco importa, il suo dovere silenzioso lo fa comunque. Perché è proprio in silenzio che lui si approccia. 
Lui "riflette". E' bellissima la parola riflettere in questo caso perché mette insieme una pura riflessione di una superficie specchiata con la riflessione che questa fa nascere spesso in noi stessi. Che occhiaie, sarà il caso che mi prenda una vacanza? Chissà perché quel ragazzo tanto carino non si è più fatto sentire, dovrei forse cambiare taglio di capelli? O no, un capello bianco, questo lavoro mi stressa troppo? Mi è venuta la pancia, sarà il caso che mi iscriva in palestra? ... 
Le domande sono infinite e giornaliere ma sapete che c'è? Vi auguro con tutto il cuore che ce ne continuino ad essere di nuove ogni santo giorno che ci specchieremo. Le domande su noi stessi sono faticose ma ci insegnano a migliorarci e ad accettarci. 
Gli specchi ci saranno per sempre, sta solo a noi tenere a bada quelle "riflessioni"volendoci un pò più bene.  




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