"Ciao Umore, ti va di salire?"
Fa un freddo che viene voglia di farsi legare al termosifone come una paladina in difesa dei diritti della tuta dentro i calzini. Viene buio all'ora della merenda, il che ti mette già una gran voglia di farti un rosso: cosa non consigliabile nel bel mezzo di uno zoom meeting. Le vacanze sono appena finite e i temuti buoni propositi fanno capolino dal salotto, brandendo in mano gli addobbi che vanno smontati e riposti per bene in cantina. Per non farci mancare nulla anche il famoso lunedì, in cui avremmo dovuto cominciare la dieta, è arrivato a bussare alla nostra porta, quella del frigo s'intende, con le tisane drenanti sottobraccio.
Si, è proprio Gennaio e tutto ci sembra insostenibile.
Alle prime tre email siamo già stanchi, come dopo aver girato 50 uffici per riuscire ad attivare lo Spid e lo stomaco, ormai ingigantito e insaziabile dopo il cemento armato e il compensato ingurgitati durante le festività, non ci dà tregua. Le sponsorizzate delle palestre saltano fuori come funghi dopo un temporale e il divano ci guarda come un cane abbandonato in autostrada. Iniziano le prime pubblicità di Sanremo e il cugino dell'amico del fidanzato della zia del fratello del coinquilino di quello seduto vicino a te a cena sabato scorso è risultato positivo, purtroppo non nel senso "positivo" del termine.
È una scalata insormontabile e scivolosa che ci vede dribblare ansie, diete, email e bollette ma sappiamo tutti che succede così ogni Gennaio e che a Febbraio saremo già coi coriandoli e gli spritz a festeggiare per il mezz'etto perso e a catare le canzoni di Sanre.. no quello no.
Perché la verità è che in fondo a noi serve lamentarci. Ci serve sentirci affaticati e spaventati. Ci serve vedere ogni gradino alto e faticoso per riuscire a tirare fuori tutte le nostre energie e solo così poterlo poi guardare dall'alto sprezzanti del pericolo e dell'altezza raggiunta.
Ci serve un momento di incertezza e di ripresa in cui ci siamo dimenticati chi siamo e che cosa siamo capaci di fare perché solo così possiamo di nuovo innamorarci di noi stessi e delle nostre capacità.
Ci serve la paura per salire i gradini velocemente senza quasi guardarli e ci serve la depressione per sedersici ogni tanto su uno di quei gradini e irrigarlo di lacrime, che poi si asciugano sempre col primo sole primaverile.
Ci serve salire perché è l'unica chance che abbiamo per poter poi scendere, correre e saltare.
Ci serve Gennaio per rendere le nostre gambe più forti e il nostro cuore più pieno ogni giorno, così come ci servono tutte le avversità e le sfortune in cui inciampiamo continuamente.
Le scale si salgono e si scendono, forse ora è il momento di salirle ma arriverà sempre il momento in cui le potremo scendere e noi le scenderemo con un rosso in mano alle 4 del pomeriggio cantando Anna Oxa e usando i pesetti come ferma porte per far entrare più sole.
Vi aspetto là.
Nel frattempo.. dreniamo!
Azzeccato in tutto e scritto da favola. Bravissima!!!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaGennaio in salita non ti temo :)