Meglio morsi che rimorsi

Ci sono due tipologie di persone nel mondo: quelli che mangiano solo il centro della loro pizza margherita e quelli che divorano fino all’ultimo carciofino della loro capricciosa extra farcita. 
C'è chi morde a denti in fuori per paura di bruciarsi e chi soffre in silenzio quando la mozzarella incandescente scende giù per la gola. 
C’è chi ordina sempre la stessa pizza per paura di rimanere deluso o di ribaltare le sue certezze e chi cambia sempre perché ancora non ha trovato quella veramente perfetta, o forse si, lo è ogni volta.

C’è chi assaggia e chi divora. 
C’è chi prova e chi desiste.
C’è chi vive e chi sopravvive.

Ci sono dei momenti in cui mi fermo e mi faccio una domanda che può sembrare di cattivo gusto ma per me è sempre enormemente illuminante: “Se dovessi morire domani. Morirei felice?” Io rispondo sempre di no. Rispondo di no perché ci sono un milione di pizze che vorrei ancora divorare, un milione di parole che vorrei ancora dire e scrivere, un milione di guance che vorrei ancora baciare, un milione di soglie, di frontiere e di paure che vorrei ancora varcare. Rispondo di no perché voglio ancora sporcarmi di sugo, di inchiostro, di ruggine, di terra, di sesso, di mare. Rispondo di no perché sono ingorda, curiosa, affamata, scalpitante. 
Rispondo di no e quello è il no che mi fa alzare tutte le mattine con la determinazione di voler ancora cambiare e ancora scoprire e ancora mettermi in gioco e ancora scottarmi. 

Quel no è faticoso e ambizioso, è una corsa continua alla fetta perfetta, sono ferite che bruciano e delusioni che immobilizzano, quel no è la montagna da scalare per arrivare al si, anche se in verità quel si è già lì davanti a me ogni volta che rispondo di no sorridendo.
Perché la vita è già un grande si e va fatte a fette, morsicata e trangugiata fino all’ultima crosta. Bisogna assaggiare, scottarsi, abbuffarsi, godere, abbondare, sporcarsi. 
Il tempo è troppo poco per stare a dieta di emozioni e di avventure, i rapporti sono troppo brevi per non dirsi ti voglio bene e le tavole troppo imbandite per non sporcarsi di sugo.
Addentiamole queste pizze senza pensare alle calorie, bruciamoci senza pensare alle cicatrici, buttiamoci smettendola di non credere in noi stessi. 
Rispondiamo di si ma dicendo no col sorriso e ingrassiamo di vita.
L’importante è tenere a mente sempre una cosa: la pizza è tonda, il cartone è quadrato e le fette triangolari. A te le conclusioni di questo casino.





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