Felicemente spossata

Quando da piccola cercavo di immaginare come e dove sarei stata al compimento dei miei 36 anni mi visualizzavo in una grande casa immersa nel verde con un marito al mio fianco, ovviamente splendido e premurosissimo, 3 o 4 figli, ovviamente divertenti ed intelligentissimi e qualche animale domestico dal pelo lucente e dal carattere amabile. Immaginavo il frigo sempre pieno di leccornie, le foto del matrimonio appese sopra il camino, una enorme cabina armadio, i giochi sparsi ovunque e tantissimi amici intorno.

Diciamo che la piccola me di tanti anni fa, se mi incontrasse adesso, di qualcosa resterebbe parecchio delusa: si dispiacerebbe per l’assenza del giardino, per l’impossibilità di sentire lo scoppiettio del camino e per la noia di non potersi nascondere dentro una enorme cabina armadio.
Mi guarderebbe con sguardo interrogativo circa il mio frigo così pieno da poter sfamare una squadra di calcio, nonostante la mia vita da single. 
Sarebbe stranita di vedere tutte quelle piante vive essendo a conoscienza del mio spietato pollice killer: lui in realtà è ancora lì attaccato alla mia mano ma stiamo cercando di fare amicizia. 
Sarebbe sconvolta del fatto che dormo abbracciata ad un peluche e che sto sotto al lenzuolo anche quando fuori la temperatura ricorda un girone dell’inferno dantesco (quello dei golosi con ogni probabilità).

Sarebbero molte le cose che dovrei spiegarle. 
Mi piacerebbe sedermi sul mio divano anni 60 color tabacco sorseggiando un succo di mela fresco e svelarle che la felicità di una donna non è sempre misurabile solo dalla presenza di un marito o di figli. 
Mi piacerebbe raccontarle che non mi sento incompleta, perché ogni essere umano è già completo così come è e che un’altra persona, completa anch’essa, non dovrebbe fare altro che rendere quella completezza più bella. 
La vorrei preparare a tutte quelle volte in cui le verrà fatta la tanto temuta domanda: “Ma il fidanzato non ce l'hai? Sei così carina” dicendole che l’essere carina e intelligente non sono doti da mettere sul banco per il miglior offerente né le sole condizioni necessarie per avere un “fidanzatino”.
Le direi di studiare tanto, di appassionarsi a qualcosa, di scoprire qual’è la sua vocazione per trasformarla in una professione che la faccia svegliare con il sorriso ogni mattina e la faccia sentire soddisfatta di dove è riuscita ad arrivare con le sue sole forze.
Le consiglierei di non farsi mai prendere dallo sconforto quando si sente sola perché sola non lo sarà mai, se è stata amabile e brava a costruirsi delle amicizie che sono famiglia.
Le vorrei raccontare la mia idea di amore come l’incastro perfetto con una persona che ti fa battere così forte il cuore da temere che esca dal petto e che finché non è quella a bussare alla porta non c'è nulla di male a dormire abbracciata ad un peluche. 
Le direi che mi piacerebbe tanto avere una figlia che le assomiglia ma che, se la mia storia dovrà essere diversa, ci saranno tante altre cose speciali che mi faranno sentire donna ugualmente anche senza essere mamma.
La vorrei mettere in guardia da chi ancora vede il genere femminile come il sesso debole che ha bisogno di un uomo e di figli per sentirsi completa: noi siamo complete comunque e la nostra femminilità non si riduce a questo.
Infine le direi di non smettere mai di sognare e di accogliere sempre a braccia aperte tutto quello che di bello arriva ma di farlo sempre con il giudizio e la consapevolezza di che cosa le fa del bene e di che cosa no. 
Guardati intorno piccola Elena perché non è mai troppo tardi per essere donna e per innamorarsi della vita, di un uomo e di te stessa.










Commenti

  1. Auguri, continua a scrivere che lo fai molto bene!!!! Grazie

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    1. Grazie mille Annamaria! Non preoccuparti, non vi libererete facilmente di me !

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