Beverly INPS

Quante volte vi siete chiesti perchè dove c'è un cantiere ci sia un crocchio di teste d'argento (eccetto in inverno nascoste da coppole di lana) intente ad osservare giorno dopo giorno il lento procedere, o non procedere, dei lavori?
Quante volte vi siete indispettiti perchè al supermercato una vecchina blocca la coda, chiacchierando con la cassiera del tempo e del matrimonio di sua nipote mentre voi, che avete solo 5 minuti per prendere "due cose", arrivate in cassa trafelati con la retina dei limoni fra i denti e prendendo a calci il pan bauletto dribblando gli scaffali?
Quante volte vi siete rassegnati al fatto che in casa di una nonna entri che sei Carla Fracci ed esci che sembri Pavarotti, anche se le dici "no grazie nonna, ho già pranzato"?
Quante volte li avete guardati un pò spaesati quando dai loro "borsellini" (la mia nonna lo chiama così e mi fa un sacco sorridere) tirano fuori le loro fotografie del cuore, che portano sempre con sé anche se vanno solo a sedersi sulla panchina sotto casa?
Quanto vi stranisce che più si diventa vecchi e più si diventa ipocondriaci, gelosi e attaccati alla propria vita mentre noi giovani, incoscienti e "immortali" la vogliamo sfidare in continuazione?
Quanto vi fa sentire stranieri e impotenti sentirli parlare in dialetto (il vostro dialetto natale) e capire poco e niente?
Quanto vi fa tenerezza vederli alle prese con i cellulari? E quanto vi fate tenerezza voi quando vi ricordate che l'ultima volta che avete scritto qualcosa di importante a mano eravate alle elementari?
Quante volte vi siete innervositi quando, nonostante abbiate seguito alla lettera una ricetta dal quaderno di famiglia (rigorosamente scritto a mano anche questo), il risultato non fosse nemmeno parente, in aspetto e gusto, a quello che mangiavate da bambini la domenica a pranzo dai nonni?
Quanta invidia nel vedere coppie per mano da 70 anni quando noi ci prendiamo e ci lasciamo alla velocità delle offerte del supermercato?

Le generazioni e le loro diversità sono il miracolo della vita, l'essenza tramite la quale avviene la trasformazione di una società, che si fonda sulle tradizioni di un passato per costruire un futuro migliore. (E fin qui tutto regolare e scontato lo so). Ma quello che a me fa sempre riflettere è come ogni generazione abbia bisogno delle altre per assumere un valore: chi per sentirsi di aver lasciato qualcosa, chi per lottare nel migliorarla.
Sono generazioni a confronto in un continuo scontro silenzioso dove ognuno difende quello che reputa migliore. Ma qual'è poi questo migliore? Sono le lettere nella cassetta della posta o i messaggi su WhatsApp? Sono i quaderni di ricette o Delivero? Sono le 2 foto stropicciate nel borsellino o le migliaia della fotocamera del cellulare? E' la fretta di succhiare tutta la vita senza quasi sentirne il gusto o fermarsi a guardare cosa succede nel cantiere vicino casa o in cassa al supermercato? 
Il mondo della terza età mi piace vederlo un pò come una serie tv, "Beverly INPS" credo potrebbe essere il titolo, dove l'ardore ha lasciato spazio ai ricordi e l'impazienza alla serenità, dove gli affetti diventano più importanti dell'apparire e dove le puntate sono lunghe, poco avvincenti ma con tante pillole di saggezza (ad esempio su come smacchiare le tovaglie dal vino rosso o sui tanti rimedi naturali per curare i malanni di stagione).
Questa potrebbe essere essere stata la puntata introduttiva, non avete voglia di girare una puntata anche voi con quei racconti mai ascoltati o quelle foto nei cassetti che avete sempre messo da parte per "faccende più importanti"?



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